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La complessità del passaggio è stata illustrata dagli oratori che mi hanno preceduto analizzando con chiarezza e profondità gli adempimenti e gli aspetti operativi connessi con la sostituzione del segno monetario nelle transazioni in contante; dando conto dei vincoli entro i quali si muovono tutti coloro che concorrono a questa vasta operazione; ricordando che l'introduzione dell'euro non è solo un problema tecnico-operativo poiché essa dà visibilità alla costruzione dell'identità europea; rappresenta il punto di arrivo di un processo che ha comportato significativi cambiamenti, che genera opportunità e sfide, che si collega ai fenomeni di globalizzazione e innovazione tecnologica con cui il nostro paese e l'Europa devono continuare a cimentarsi.

L'EURO COME FENOMENO

L'adozione di banconote e monete in euro rappresenterà un punto di svolta nella storia monetaria dei Paesi interessati: tra meno di un mese l'euro circolerà materialmente nell'Unione e diverrà la moneta di un'area dove vivono oltre 300 milioni di persone; che produce il 16 per cento dell'intero prodotto mondiale e il 19 per cento delle esportazioni globali; nella quale le attività delle banche superano i 17.000 mld. di euro (32.916.590000.000.000), quasi il triplo del prodotto interno lordo dell'area che è di 5.700 mld.

Trecento milioni di cittadini europei acquisiranno piena e concreta consapevolezza della condivisione di una moneta comune; conserveranno, conserveremo, negli anni che verranno, un ricordo marcato ed indelebile dell'esperienza che caratterizzerà le prime settimane del 2002.

Il confronto con precedenti operazioni, anche complesse, non può essere assimilato al cambio della moneta: l'introduzione dell'euro nel 1999 e il cambio data nell'anno 2000 richiesero un'ampia mobilizzazione di risorse che portarono a risultati positivi ma queste operazioni coinvolsero specifici settori aziendali e, soprattutto, esperti di informatica.

L'emissione delle banconote è uno dei compiti più antichi degli Istituti di emissione; finora mai, nella storia, dodici paesi si sono trovati ad effettuare, simultaneamente, un'operazione di sostituzione totale della propria valuta con una moneta comune.

In Italia un avvenimento analogo ebbe luogo nel 1861, quando venne proclamato lo Stato unitario e riordinato in un unico sistema le monete in circolazione negli Stati preunitari.

L'EURO IN NUMERI

Per la dimensione dei problemi normativi, organizzativi, produttivi, logistici, di sicurezza e per l'ampiezza dei necessari processi di comunicazione, il cambio della moneta ha rappresentato, in particolare per le istituzioni incaricate di gestirlo, una vera e propria sfida. 

Qualche numero servirà a dare un quadro di sintesi:

  1. l'ultima banconota nazionale, quella da 5.000 lire, è stata completata il 27 luglio 2000. Dopo oltre 150 anni si è concluso l'impegno della Banca d'Italia e degli istituti suoi predecessori nella produzione della lira;
  2. il 1° luglio 1999 è stato stampato il primo biglietto in euro;
  3. i piani di produzione prevedono la stampa di 2,4 miliardi di biglietti, incluse le riserve operative;
  4. nei due mesi dedicati al cambio della moneta (1° gennaio - 28 febbraio 2002) la Banca d'Italia metterà in circolazione fino a 2 miliardi di banconote in euro che sostituiranno quasi per intero 3,6 miliardi di biglietti in lire che saranno nelle mani del pubblico all'inizio del periodo;
  5. 42.000 sportelli circa dei sistemi bancario e postale cureranno l'offerta di biglietti;
  6. almeno il 90 per cento dei 30.000 dispensatori di banconote bancari (Bancomat) sarà pronto per l'erogazione dei biglietti in euro di piccolo taglio sin dalle prime ore del 1° gennaio 2002;
  7. 60 mila mesi/uomo l'impegno di risorse umane stimato; 700 milioni di euro il costo della migrazione, incluse le spese per il personale.

    Un contributo al raggiungimento dell'obiettivo di distribuzione dell'euro verrà fornito, anche, dall'anticipo del pagamento di salari e pensioni di dicembre nel settore pubblico che farebbe rientrare nelle casse della Banca d'Italia, negli ultimi giorni del mese, le banconote che, di solito, vengono riconsegnati dalle banche nei primi giorni del mese successivo. 

    Per favorire la diffusione della nuova moneta è stata adottata la procedura di "prealimentazione" avviata dal mese di novembre per banche e per il sistema postale; la prealimentazione di seconda istanza della grande distribuzione è cominciata dal 1° di questo mese di dicembre mentre quella dei piccoli operatori da parte delle aziende di credito comincerà dal prossimo 15 dicembre.

    E' stata esclusa, invece, la possibilità di consegna anticipata delle banconote al pubblico per il timore di aumentare il rischio di contraffazione in un periodo in cui il pubblico non è ancora abituato agli elementi di sicurezza delle banconote e per la considerazione che non sarebbe possibile impedire l'uso dei biglietti prima dell'avvio del cambio (1° gennaio 2002). 

    Per le monete, considerato il loro basso valore, il rischio è contenuto e, pertanto, potranno essere consegnate ai cittadini, in speciali kit, a partire dal 15 dicembre p.v.

L'EURO: I CITTADINI E LE IMPRESE

Il passaggio all'euro potrà suscitare incertezze, perplessità, paure di varia natura, soprattutto nelle persone anziane e in quelle che non hanno occasione di viaggiare, maneggiare valute di altri paesi, confrontarsi con la diversità e con l'innovazione.
L'utilizzo dell'euro nei pagamenti di tutti i giorni presenterà alcune difficoltà di adattamento e confidenza; torneranno in uso i centesimi e con essi i problemi di arrotondamento; subirà un "taglio" e andrà ricostruita la "memoria dei prezzi", cioè la capacità del consumatore di percepire con immediatezza e quasi d'istinto se un bene è a buon mercato o meno, di valutarne il rapporto qualità prezzo.

Siamo alla vigilia di un passaggio delicato ma ogni allarmismo è privo di fondamento perché tutto è stato predisposto per fare in modo che l'introduzione delle banconote e delle monete in euro avvenga in modo ordinato, con disagi limitati per i cittadini, in condizioni di massima affidabilità della nuova moneta.

Esistono alcuni problemi che, però, non devono essere sopravvalutati 

Il changeover non è di per sé inflazionistico e i timori che si sono diffusi a questo riguardo sono eccessivi anche se non possono essere del tutto esclusi effetti modesti e temporanei.

Qualche criticità potrebbe derivare da una possibile corsa agli sportelli per il cambio delle lire; tale comportamento è del tutto inutile poiché le modalità attuative del cambio sono finalizzate a far sì che il passaggio all'euro avvenga senza ansie.
Infatti:

  1. ci saranno due mesi per continuare a spendere le lire o per cambiarle in euro presso qualunque sportello della Banca d'Italia, del sistema creditizio e di quello postale;
  2. ci saranno ulteriori 10 anni, a partire dal 1° marzo 2002, per cambiare le monete e le banconote nazionali presso l'Istituto di emissione;
  3. il sistema bancario potrà, su base volontaria, continuare per qualche tempo a svolgere quest'ultimo compito;
  4. la gradualità della transizione, l'azione delle Autorità e il contributo atteso dal sistema bancario, dalla rete delle Poste italiane, dalle associazioni di categoria faciliterà per i cittadini il superamento di eventuali incertezze e difficoltà; ne agevolerà la confidenza con il nuovo segno monetario;
  5. specifiche iniziative sono state assunte con l'obiettivo di facilitare la comprensione e la verifica dei prezzi in euro da parte dei consumatori (ne è esempio il progetto "Eurologo", in base al quale gli esercizi commerciali aderenti, che esporranno un apposito marchio, si impegnano da un lato ad adottare la doppia indicazione dei prezzi in euro e in lire e a mantenerla almeno sino alla fine del prossimo febbraio, dall'altro a non effettuare rincari, applicando correttamente le regole di conversione e arrotondamento);
  6. le nuove banconote sono dotate di caratteristiche tecnologiche avanzate e possono considerarsi fra le più sicure al mondo anche perché sono tali che, toccandole, guardandole in controluce, muovendole, chiunque possa verificarne l'autenticità.

L'EURO ED IL RISCHIO DI RICICLAGGIO

L'esistenza di operatori in grado di muovere ingenti fondi di matrice criminale costituiscono una minaccia per il sistema finanziario; alterano il corretto operare della concorrenza; determinano inefficienze allocative e gestionali.

L'immissione in circolazione dell'Euro può costituire per questi soggetti un'occasione favorevole per "ripulire" proventi illeciti, approfittando di smagliature nella rete di protezione e di disfunzioni operative; la quota depositata in conti bancari o investita in strumenti finanziari verrà automaticamente ridenominata in euro.

Un'indagine della Banca Centrale Europea ha fatto emergere una notevole preoccupazione sui rischi di tale operazione: di qui la raccomandazione ad incoraggiare l'uso dei conti bancari per effettuare le operazioni di cambio; ad evitare i rapporti con clienti occasionali; a prestare attenzione ai tentativi di frazionamento degli importi; ad effettuare con immediatezza le segnalazioni in caso di sospetti; ad evitare il coinvolgimento dei cambiavalute.

Anche in Italia sono state assunte iniziative volte a prevenire atti illeciti e assicurare piena trasparenza alle operazioni di conversione.

II cambio delle lire con gli euro è consentito fino a un massimale giornaliero di un milione di lire, qualora non venga fornito preavviso di almeno un giorno. I non clienti potranno cambiare gratuitamente fino a un massimo di cinquecentomila lire giornaliere.

Dopo il 28 febbraio 2002, le banconote in lire potranno essere convertite in euro, fino al 1° marzo 2012, presso le filiali della Banca d'Italia e, quindi, l'assolvimento degli obblighi antiriciclaggio sarà rigoroso.

L'EURO E L'EUROPA: ECONOMIA, STORIA, CULTURA PER NUOVE OPPORTUNITA'

Dunque, il 1° gennaio 2002, esattamente tra 26 giorni, l'Euro prenderà il posto della Lira e da quella data circoleranno banconote e monete in euro.

Non vi è ancora uno Stato unico europeo ma banconote e monete saranno emesse da un'autorità monetaria federale in cui tutti i Paesi partecipanti sono rappresentati.

La moneta tocca ogni aspetto della vita sociale; ha una componente simbolica e psicologica che si affianca a quella economica e finanziaria; da sempre costituisce l'espressione tangibile della sovranità dello Stato; costituisce elemento cruciale della identità di un paese sovrano, un potente fattore di coesione sociale. 

Accettare un pagamento in contanti costituisce un atto di fiducia negli altri e nelle istituzioni. 

L'introduzione delle banconote e delle monete in euro valorizza le tradizioni e le radici comuni dei dodici Paesi ed anche apertura all'esterno e all'innovazione che sono i princìpi fondanti dell'Unione europea. 

Tutto ciò si riflette nelle stesse caratteristiche della moneta unica: il nome, "euro", richiama l'"Europa" nelle diverse lingue parlate nei paesi dell'area; l'arco con le due barre orizzontali ricorda la lettera greca "epsilon" e la cultura classica, di cui è permeata la civiltà occidentale; le due barre indicano la stabilità monetaria, obiettivo primario dell'Eurosistema.

Le effigi di finestre, portali e ponti, nei diversi stili architettonici del nostro passato, riportate sulle banconote sono simboli del patrimonio comune, dello spirito di apertura e di cooperazione che anima i popoli d'Europa.

Dal 1° gennaio 2002 l'essere europei, oltre che italiani o francesi o tedeschi, si fonda su un simbolo in più: l'EURO, la nostra moneta.
È un evento straordinario, profondamente innovativo sul piano politico-istituzionale, che segna per i dodici paesi membri dell'Unione Economica e Monetaria un'ulteriore, fondamentale tappa del processo di integrazione che interessa l'Europa sin dalla fine degli anni quaranta. 
La costruzione dell'edificio istituzionale eretto intorno al Sistema europeo di banche centrali è stata realizzata in modo ordinato e silenzioso, quasi inavvertito dal grande pubblico; è stata guidata dalla comune convinzione che l'Unione economica e monetaria concorre a realizzare un sistema economico più dinamico ed efficiente; che la rinuncia all'autonomia nell'uso della leva monetaria e del cambio a livello nazionale trova compensazione sia nei vantaggi di un più forte orientamento alla stabilità monetaria per il complesso dell'Unione, sia nei guadagni di efficienza consentiti da uno spazio economico europeo più ampio.
L'avvento dell'era Euro è, infatti, uno dei punti di arrivo di un lungo e faticoso processo che parte da molto lontano, quando, dopo la seconda guerra mondiale, si affacciò e si affermò l'aspirazione all'unificazione di un nucleo di paesi europei al fine di impedire l'insorgere di nuovi, rovinosi conflitti; la cooperazione fra gli Stati europei si rivelò indispensabile per accelerare l'opera di ricostruzione e sostenere la crescita dell'economia.
Divergenze fra i governi europei non consentirono di realizzare da subito l'unione politica dell'Europa ma indussero a perseguirla attraverso un processo graduale di integrazione economica.
Gli anni cinquanta e sessanta furono caratterizzati dalla crescita e dalla integrazione commerciale; gli anni settanta da forti turbolenze economiche, dall'inizio dell'integrazione monetaria ed un avanzamento in modo discontinuo; gli anni ottanta vedono un nuovo impulso all'integrazione europea con la firma, nel 1986, dell'Atto unico, gli Stati membri della Comunità economica europea che avvia la rimozione dei controlli sui movimenti di capitale e delle barriere non tariffarie al commercio, insieme con la creazione di un mercato bancario e finanziario completamente integrato.
Nel 1992 le proposte del Comitato Delors per un progetto di realizzazione dell'unione economica e monetaria dell'Europa - fondato sul presupposto dell'indispensabilità dell'unificazione monetaria - sono recepite nel 1992 dal Trattato di Maastricht.
Il 1° gennaio 1999 undici paesi hanno adottato l'euro come moneta unica, fissando irrevocabilmente i rapporti di conversione delle monete nazionali fra loro e nei confronti dell'euro. La politica monetaria comune è stata affidata all'Eurosistema, costituito dalla Banca centrale europea e dalle Banche centrali nazionali dei paesi membri; la Grecia, dodicesimo paese, si è aggiunto all'inizio di quest'anno.
L'euro ha svolto da subito funzione di moneta scritturale, è stato adottato nelle transazioni bancarie e finanziarie ed ha offerto ed offrirà al sistema monetario internazionale un importante contributo di stabilità.
I paesi partecipanti hanno già fruito di molti benefici, alcuni dei quali sono stati il risultato dello sforzo richiesto per soddisfare i requisiti stabiliti nel Trattato per l'ingresso nell'Unione.
Vantaggi di più vasta portata saranno colti mano a mano che il sistema si andrà adattando alla nuova dimensione dei mercati, proseguendo nei processi di riorganizzazione e modernizzazione dell'apparato produttivo, promuovendo innovazioni istituzionali e dell'ordinamento giuridico, sviluppando una più efficiente azione di governo, avviando ulteriori iniziative per correggere ogni squilibrio nello stesso assetto politico-istituzionale dell'Unione.
L'introduzione delle banconote e delle monete in euro è un passaggio obbligato di una strategia assai articolata; la sostituzione di dodici distinti mezzi di pagamento con l'euro elimina una fonte di inefficienze e di costi ingiustificati per le imprese e le famiglie. 
Quanto già si è osservato nei mercati e nei comportamenti degli agenti economici indica solo la direzione del cambiamento: con la percezione dell'irreversibilità del processo, che solo la disponibilità fisica della nuova moneta rende inequivocabile, quei cambiamenti si consolideranno e si rafforzeranno. 
Al conseguimento dei vantaggi del grande mercato divenuto veramente unico parteciperanno tutti i cittadini, con le proprie scelte di consumo, di risparmio, di iniziativa nel campo del lavoro e dell'imprenditoria.
Da quasi tre anni la politica monetaria comune garantisce una solida àncora monetaria. Tensioni che in altri momenti avrebbero avuto effetti destabilizzanti su alcuni paesi dell'area sono state superate senza gravi ripercussioni; sondaggi e indicatori finanziari segnalano anche per il futuro una grande fiducia nella capacità dell'Eurosistema di mantenere la stabilità dei prezzi, suo obiettivo primario.
L'uso dell'euro, eliminando i costi di conversione fra le divise dei paesi partecipanti e facendo venir meno l'incertezza connessa con le fluttuazioni dei tassi di cambio, ha prodotto e continuerà a produrre effetti positivi sul livello degli investimenti e degli scambi commerciali.
Nei mercati finanziari la stabilizzazione delle aspettative d'inflazione e la scomparsa del premio per il rischio di svalutazione hanno consentito ai tassi di interesse di convergere sui livelli prevalenti nei paesi più "virtuosi". Ne hanno beneficiato soprattutto i paesi che in passato sono stati soggetti a maggiori rischi d'inflazione e di svalutazione e dove era più elevato l'onere del debito pubblico.
Nell'area è divenuto più trasparente il sistema dei prezzi, rendendo più efficiente l'allocazione delle risorse e innalzando il livello di concorrenza.
La moneta unica offre maggiori opportunità a tutti i soggetti economici che alimentano il circuito del risparmio e la formazione di capitale produttivo. Rende più agevole l'accesso ai mercati obbligazionari e azionari, divenuti più spessi, liquidi ed efficienti, consentendo vaste operazioni di fusione e acquisizione, di privatizzazione e di ristrutturazione dei grandi gruppi industriali europei. Permette agli investitori e ai risparmiatori di disporre di un più ricco ventaglio di prodotti e servizi finanziari.
La maggiore concorrenza derivante dall'integrazione ha accelerato il processo di riorganizzazione del sistema bancario, che in Italia si è realizzato in un dosato equilibrio tra spinte di mercato e azione propulsiva delle Autorità.
L'ampliamento delle possibilità di finanziamento e la maggiore competizione fra gli intermediari creditizi, insieme con l'azione stabilizzatrice della politica monetaria unica, hanno sensibilmente abbassato il costo di accesso al credito da parte delle imprese e delle famiglie.
Il miglioramento dell'efficienza dei mercati dei capitali, la riduzione dell'incertezza nelle decisioni di risparmio e investimento, la propensione delle imprese a considerare l'intera area dell'euro come il proprio mercato di riferimento non sono sviluppi conclusi; fanno parte di un processo di apprendimento che conoscerà un'accelerazione dal 1° gennaio del 2002.
Sebbene i vantaggi connessi con l'introduzione dell'euro abbiano già interessato larghi strati della popolazione, la loro percezione non è ancora diffusa nell'intera società. 
Con la prossima introduzione fisica della moneta comune, ogni consumatore, ogni risparmiatore, ogni turista dell'area dell'euro avrà una più esatta cognizione delle nuove opportunità.

Possiamo e dobbiamo atteggiarci nei confronti dell'Euro con grande fiducia per il significato di civiltà che esso rappresenta, per i benefici che apporta al sistema economico, per le prospettive di maggiore benessere che la nuova moneta offre.
Il Sistema europeo di banche centrali continuerà a perseguire l'obiettivo della stabilità dei prezzi, requisito indispensabile per un duraturo sviluppo dell'economia, per una crescita dell'occupazione, per la riaffermazione dell'Europa negli scambi internazionali.
Gli Stati, che hanno avuto la capacità e il merito di raggiungere questa straordinaria tappa dell'integrazione europea, dovranno consolidare gli obiettivi raggiunti, rispondere alle aspirazioni dei cittadini europei per un maggiore benessere economico, più elevati livelli di convivenza civile, più favorevoli prospettive di lavoro.

N.B. Dati ed informazioni utilizzati nel manoscritto provengono da pubblicazioni della Banca d'Italia

Relazione Luigi Amedeo Maisto
Sommario:
L'Euro come fenomeno
L'Euro in numeri
L'Euro: i cittadini e le imprese
L'Euro e il rischio del riciclaggio
L'Euro e l'Europa
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